Libreria Aleph
La storia di due librai che hanno deciso di piantare i semi della lettura in un terreno fino a quel momento incolto.
Ci raccontate la storia della libreria?
La libreria Aleph di Castelfidardo nasce nel 1999, dal sogno di una coppia di laureati in filosofia Francesca e Moreno, che amano la lettura e la narrazione. Negli anni si sedimenta sul territorio, collaborando con scuole e associazioni, arrivando a proporre oltre 50 eventi ogni anno legati alla lettura. Il nome prende le mosse dalla prima lettera dell’alfabeto semitico (aleph appunto), una A ribaltata a simboleggiare l’aratro che solca la terra e porta la civilizzazione. La nostra città non aveva una libreria e il nostro compito era davvero arduo. Costruire la domanda di libri prima di poterne soddisfare l’esigenza, questa era la nostra missione. Da allora abbiamo fatto tanta strada, organizziamo anche corsi di formazione per docenti, scrittura creativa per tutti; Francesca è anche maestra e Moreno autore di libri.
Cosa significa aprire una libreria indipendente in un comune di 18000 abitanti?
Significa voler fondere la propria vita lavorativa con l’impegno sociale; significa essere disponibili anche fuori dal negozio, perché si incontrano i lettori al supermercato, all’aperitivo, dal benzinaio o nelle passeggiate col cane. Più che una scelta lavorativa, diventa un impegno di vita totale che comunque regala grandi soddisfazioni, anche se spesso tocca scontrarsi con il declino della lettura, il disinteresse e lo scoraggiamento. Essere riconosciuti come librai, cioè come consiglieri dell’anima e della cultura, è una bella sfida, in bilico tra responsabilità e scoperta.
Quale “filosofia” avete scelto per la vostra libreria?
La nostra libreria tratta ogni tipo di libro; facciamo anche ricerche apparentemente impossibili e non abbiamo nessun pregiudizio: ci interessa l’incontro, lo scambio, la cultura meticcia. Siamo anche fornitissimi nei libri per l’infanzia, perché è proprio lì che si deve investire per il futuro.
C’è una sezione del catalogo che curate con particolare passione?
Curiamo moltissimo la letteratura per l’infanzia, anche in diretta collaborazione con editori specializzati, oltre ad un occhio di riguardo per le pubblicazioni su musica e fisarmonica, poiché la nostra città ne è la patria.
La libreria Aleph ha un profilo Facebook: quanto è importante, per una libreria indipendente, comunicare attraverso i social?
La dimensione social è molto importante: dialoghiamo pubblicamente e privatamente con molti dei nostri lettori, consigliando le letture, le ricerche e la soddisfazione delle esigenze culturali di ognuno.
Fra le molte iniziative organizzate in libreria c’è anche il gruppo di lettura gestito insieme alla biblioteca comunale: come mai questo genere di collaborazioni fra biblioteche e librerie non è purtroppo frequente in Italia?
Forse a causa di un diffuso pregiudizio che pone una grande distanza tra prestito ed acquisto del libro; mentre una fusione di intenti può offrire nuove e ricche opportunità ad una comunità.
Cosa invidiate alle librerie delle grandi città e cosa invece dovrebbero invidiarvi?
Alle grandi librerie invidiamo gli spazi e il numero di volumi già presenti sul posto; mentre loro dovrebbero invidiare il nostro rapporto di intimità con i clienti, la nostra capacità di scegliere le novità con in mente già a chi suggerire la lettura o quale iniziativa mettere in piedi per approfondire un tema, un autore o la scoperta di nuove narrazioni.
C’è una libreria indipendente che ammirate in particolar modo?
Ce ne sono tantissime, soprattutto quelle che sono riuscite a creare un polo culturale unendo biblioteca, formazione, commercio e istituzioni pubbliche, in una moltiplicazione di forze per una comunità migliore.
Avete un messaggio che volete condividere con i librai e le libraie d’Italia?
Non mollate, il lavoro del libraio vale tantissimo per conoscere il gusto dei lettori, le nuove esigenze di crescita culturale e non solo quelle di consumo tipiche degli algoritmi del commercio online. Senza librai anche gli editori diventeranno tutti uguali e più poveri.
Qual è l’ultimo libro che avete consigliato?