Libreria Atlantide
Atlantide è un’isola leggendaria, la libreria Atlantide è un’isola di libri che speriamo diventi leggenda!
La libreria Atlantide ha da poco festeggiato i suoi 28 anni d’attività: quali sono, secondo voi, le qualità che vi hanno permesso di raggiungere un tale traguardo?
Beh, sicuramente per fare questo lavoro è necessario dimenticare di guardare l’orologio… Tante ore in libreria, capacità di adattamento alle varie situazioni (per molto tempo abbiamo partecipato anche alle Feste dell’Unità dei dintorni, direttamente o indirettamente), tenere lo sguardo attento alle possibilità che offre il mercato del libro (con la ricerca dei libri fuori catalogo, con le vendite alle feste di fine anno scolastico), ascoltare i lettori, una certa dose di fortuna che non guasta mai, ed essere in un territorio in cui le librerie non sono molte.
Come è cambiato, nel corso di tutti questi anni, il lavoro dei librai indipendenti?
Quando abbiamo aperto il sistema più tecnologico per inoltrare gli ordini era il fax. Per conoscere il mercato dei libri usavamo tomi pesantissimi, il famigerato ed imponente CATALOGO DEI LIBRI IN COMMERCIO, che ogni anno riportava appunto l’intero scibile in materia, compresi i recapiti degli editori. Qualcuno era indicato con la sola casella postale. Ora abbiamo spedito in Brasile, acquistato dal Sudafrica. La rete sicuramente vuol dire maggiore concorrenza ma anche opportunità.
Purtroppo si resta meno a contatto con il libro: per molti motivi, partendo dall’abnorme numero di nuovi libri in uscita e la rapidità con cui l’industria culturale li “brucia” (la vita media sugli scaffali di un libro è molto diminuita rispetto a quando abbiamo aperto), per il crescente numero di libri che vanno ordinati direttamente agli editori, per i nuovi settori da curare (penso all’esplosione del fenomeno “manga” ad esempio), per la necessità di avere una presenza costante sui social, alla fine tanti libri entrano in libreria, sostano, e tornano all’editore senza che né il libraio né il pubblico possa averli compresi!
Alla Libreria Atlantide è possibile ordinare volumi di piccoli editori e libri fuori catalogo. Quali sono le richieste più comuni in questo settore che è comunque di nicchia?
Lo scorso anno abbiamo venduto libri di 951 editori stando ai dati del gestionale, a cui vi transitano, buona parte di quei libri che riceviamo in copia singola da corrieri o posta, quasi sempre ordinati dai clienti. Un numero discreto rispetto ai quasi 2000 editori in attività, e che copre praticamente tutti i rami del sapere.
Cosa comporta, per una libreria indipendente, associarsi all’ALI?
Abbiamo sempre creduto nella forza del gruppo, siamo associati praticamente da sempre. Ultimamente il peso dell’associazione è divenuto più evidente, risultando essere tra gli interlocutori privilegiati, insieme ad Ali, Adei, Sil del mondo politico. La legge del libro entrata in vigore a marzo 2020 è frutto anche dei loro sforzi, ad esempio. E questi ultimi due anni i loro puntuali aggiornamenti sull’evoluzione delle normative in maniera di Covid ci ha fatto risparmiare tempo. Non c’è la forza di associazioni come quella americana, francese o inglese, ma penso sia importante partecipare.
La libreria aderisce a Bookdealer: sembra che, dopo un grande utilizzo da parte dei clienti, soprattutto nel corso dei mesi più duri della pandemia, l’interesse verso questa forma di accesso all’acquisto dei libri stia perdendo forza. Quali sono le vostre impressioni a riguardo?
Aderiamo a Bookdealer e a Libridaasporto, e facciamo consegne a domicilio. Gli ordini fioccavano nei mesi più duri, ora le spedizioni avvengono per la maggior parte su ordini ricevuti direttamente via mail, senza passare da queste due piattaforme. Anche in questo caso i librai USA o di Francia possono contare su portali di vendita più seguiti, ma l’ideatore di Bookshop.org ha raccolto 750.000 dollari da editori, distributori, agenti letterari, librerie per fare partire il suo progetto: cifre impensabili per l’Italia.
La libreria ha una pagina Facebook seguita da quasi 7000 persone: avete considerato di aprire altri canali di comunicazione con i lettori, affidandovi agli altri social network?
Al momento abbiamo attivi la pagina Facebook, l’account Instagram e il nostro blog. Non ci siamo calati in altri social network ma non lo escludiamo. Per ogni cosa, e quindi anche per questa, è necessario conoscerla al meglio, conoscerne il linguaggio, i fruitori, per proporre contenuti adeguati. Avere un social network richiede una partecipazione attiva e costante ed anche di questo bisogna tener conto nel momento in cui lo si progetta e programma.
C’è una libreria indipendente che ammirate in particolar modo?
Due nomi almeno, per ragioni di amicizia e di prossimità (sarebbero davvero tante, perché vediamo ogni giorno atti di quotidiano eroismo, di bravura, passione, innovazione): Libreria Trame a Bologna, gestita dalla fantastica Nico, capace di reggere il confronto con realtà più grosse in una città ricca di librerie come Bologna, e Bottega Bertaccini a Faenza dell’amico Renzo. Anni fa decise di abbandonare una avviatissima libreria per dedicarsi ai settori che più amava, il libro d’arte e quello locale, stanco della mercificazione esasperata imperante nel mondo editoriale.
Avete un messaggio da condividere con i librai e le libraie d’Italia?
Cercate, cerchiamo di organizzarvi tra librerie affini, tra librerie della stessa città per dare vita a progetti comuni, scambiarsi idee, esperienze e trovate il modo di vedervi ogni tanto, meglio se attorno ad un tavolo per cenare insieme! Con questo spirito abbiamo realizzato un segnalibro comune ad un centinaio di librerie italiane, giunto alla sua terza versione grazie anche al lavoro gratuito offerto da Agnese Baruzzi, Marco Scalcione, Francesca Ballarini. Il segnalibro vuole rendere evidenti i tanti motivi che ci sono per scegliere una libreria indipendente!
Il primo mese del 2022 volge al termine: quali sono le letture con cui avete iniziato il nuovo anno?
Non poteva esserci inizio migliore per questo 2022: il nostro primo titolo dell’anno è un romanzo intriso di ironia — fino a oggi inedito in Italia — del premio Nobel islandese Halldór Laxness, considerato da scrittori d’eccezione come Susan Sontag, Alice Munro e Jonathan Franzen, uno dei più grandi maestri del Novecento: “i prati erano talmente verdi da essere rossi, e di giorno gli orizzonti erano talmente azzurri da essere verdi”: Il paradiso ritrovato, di Halldór Laxness (trad. di Alessandro Storti) per Iperborea;
Un altro titolo con cui abbiamo iniziato l’anno è quello di Javier Marias, ossia Tomas Nevinson, uscito per Einaudi (trad. di Maria Nicola). Profonda riflessione sui limiti di ciò che è lecito fare, per il trionfo del “bene” … Un grande romanzo, costruito e scritto con grande maestria, da un autore che è forse il migliore che la Spagna possa vantare in questo momento, da leggere insieme a Berta Isla, dedicato alla moglie del protagonista Tomas!
Altri titoli che ci hanno fatto compagnia in questo inizio anno sono Tra le nostre parole, di Katie Kitamura, Gli incubi di Kafka di Peter Kuper, I fiori della morte di J.J. Ellis e Corpi celesti di Johka Alharti.
“Per scrivere davvero ho bisogno di dimenticare molto di ciò che penso di sapere sulla scrittura. Cerco di ricominciare da capo con ogni libro. Credo che gli scrittori siano un po’ come gli squali: devono continuare a muoversi, altrimenti rischiano di morire sulla pagina”. Così Katie Kitamura, fresco arrivo in libreria con il suo Tra le nostre nuvole, Bollati Boringhieri, annoverato tra i dieci migliori libri del 2021 per il NEW YORK TIMES. Una storia sfaccettata in cui si mescolano tensione, ricerca di sé e riflessioni su linguaggio e traduzione.
Gli incubi di Kafka di Peter Kuper, edito da Tunué, invece è un graphic novel speciale! Libro dell’anno per Boston Globe e New York Public Library, vincitore del Silver Reuben Award.
Corpi CELESTI di Johka Alharti per Bompiani, traduzione di Giacomo Longhi è il romanzo vincitore del man booker prize internation 2019 e ci conduce in un luogo poco frequentato dalla narrativa, l’OMAN!
Concludiamo con il Giappone dei giorni nostri ( J. J. Ellis, I fiori della morte, trad. di Gaja Cencarelli, Ponte alle Grazie) con le sue contraddizioni i suoi riti “pop”. Tutti questi elementi brillano in un thriller che segna l’esordio di una strana coppia di investigatori…