Libreria Il Giralibri
Per il suo libraio, Giralibri è una seconda, bellissima casa. Come nelle migliori dimore, l’ospitalità che offre ai lettori è sempre più apprezzata.
Come nasce Il Giralibri?
Il Giralibri nasce dalla passione per la lettura del sottoscritto, che non ha mai fatto il libraio in precedenza. Nasce in un momento di riflessione imposto dalla prima quarantena nel 2020, quando un calo del lavoro che al tempo svolgevo mi ha portato a soffermarmi sulla possibilità di seguire per davvero un percorso personale, e di rendere la passione il centro della mia attività lavorativa.
Mestre è una cittadina che vive all’ombra della sua ingombrante vicina, Venezia: cosa significa aprire un’attività commerciale e culturale in un centro con queste caratteristiche?
Onestamente non ho questa percezione di Mestre, non la reputo una cittadina all’ombra di Venezia, ma una realtà che non ha nulla a che vedere con il centro storico, pur essendone parte. Mestre e Venezia, come Marghera, costituiscono un unico comune, di cui esprimono aspetti molto differenti l’uno dall’altro. La terraferma veneziana conta poco meno di duecentomila abitanti, non la definirei nemmeno una cittadina. Quando ho aperto la libreria ho pensato di farlo in una città, niente di più.
C’è una sezione del catalogo che viene curata con particolare passione?
Cerchiamo di mettere passione in ogni singola scelta, i libri che si trovano sugli scaffali della nostra libreria sono selezionati uno ad uno, esprimono la direzione che abbiamo deciso di dare al Giralibri, trovandoci ad occupare uno spazio piccolo, possiamo godere di uno dei pochi, ma impagabili, vantaggi che questo comporta, ossia scegliere con cura cosa farci stare, senza doversi preoccupare di riempire metri e metri di esposizione.
Bookdealer continua ad essere utilizzato oppure è un servizio che i suoi clienti hanno abbandonato man mano che è stato possibile tornare a fare acquisti in negozio?
Viene ancora utilizzato, Bookdealer è anche un ottimo strumento per persone che vogliono farsi regali a distanza, attraverso noi librerie indipendenti ci si possono spedire titoli da una qualsiasi città ad un’altra. Rimane comunque ancora lo strumento preferito da alcuni clienti per rifornirsi da noi. Mentiremmo comunque se negassimo di aver avuto un calo degli ordini rispetto ai periodi con maggiori restrizioni.
Come vengono organizzati i gruppi di lettura e quali sono le collaborazioni più riuscite?
I gruppi di lettura sono gestiti interamente da noi, ogni mese ci troviamo a discutere di libri da noi proposti, il dialogo attorno allo stesso titolo tra persone che lo hanno letto contemporaneamente è di sicuro uno dei tratti contraddistintivi del Giralibri. Sin da quando abbiamo lanciato la proposta abbiamo ricevuto decine di adesioni, e dopo circa un anno la partecipazione non è scemata, anzi, ancora oggi persone si aggiungono. Nel frattempo notiamo che si stanno creando legami che vanno al di fuori dell’incontro in sé, e questo ovviamente non può che farci tanto piacere. L’apertura del Giralibri voleva rappresentare un punto di aggregazione anche, non solo un +1 nel novero delle attività cittadine, e di certo i gruppi di lettura sono una delle espressioni più evidenti di questa intenzione.
La pagina Facebook della libreria è seguita con entusiasmo dai lettori e condivide i contenuti con il profilo Instagram: ci sono altri social con cui vorrebbe poter comunicare ai lettori e che pensa di utilizzare in futuro?
Ogni tanto pensiamo di aprire un canale telegram per diffondere soprattutto gli eventi, credo sarà questo il prossimo passo, a breve anche.
Quanto è importante, per una libreria indipendente, trovare il proprio universo grafico, contraddistinguersi anche esteticamente in maniera originale?
Direi molto. E credo si possa anche considerare un aspetto fondamentale, quasi connaturato all’idea di essere indipendenti. Questo offre la libertà di esprimersi come meglio si crede, di rappresentarsi, e dunque di manifestare la propria identità. Credo che alla base di ogni piccola realtà che non faccia parte di un modello pensato e portato avanti da altri vi sia un messaggio, un’identità appunto, ed portarlo avanti anche da un punto di vista grafico e di immagine a mio parere è necessario. Al di là di questo bisogna anche guardare la cosa da una prospettiva personale, la libreria diventa una seconda, se non prima, casa, dunque renderla sia internamente, che nelle espressioni esterne, il più corrispondente possibile ai propri gusti è un atto di rispetto anche nei confronti di se stessi.
C’è una libreria indipendente con cui sarebbe bello poter gemellare Il Giralibri?
Ci sono diverse librerie con cui siamo in costante contatto, sia molto vicine che lontane, non ne cito nessuna per non fare un torto alle altre. Credo sia importante confrontarsi costantemente con chi porta avanti la stessa attività, fortunatamente questo è un ambiente dove quasi sempre la competizione viene sostituita dal sostegno e dalla condivisione.
L’immancabile domanda: c’è un messaggio che vuole condividere con i librai e le libraie d’Italia?
La speranza che sempre più librerie fioriscano e si sviluppino va sempre ribadita, ogni libreria è un rifugio per lettori, ce ne sarà sempre (spero) bisogno.
Mestre è per molti un luogo di passaggio ma se dovessimo trascorrervi una giornata, cosa potremmo fare, oltre che venire a comprare un libro alla libreria Il Giralibri?
Mestre è una città che si presta benissimo ad un giro in bicicletta, le piste ciclabili coprono una superficie importante del territorio, dunque consiglio di girarla in bici, di visitare il Museo M9 d’inverno e in autunno, e di trascorrere una giornata in Forte Marghera.