Libreria Misopogon

Il Lettore Forte
11 min readJan 7, 2024

Gettiamo l’amo ai lettori e alle lettrici che amano pescare le loro letture nei mari piuttosto che negli oceani, lontani dalle piattaforme-pescecane: prendete la vostra lenza, si salpa alla volta della libreria Misopogon.

E ricordate: libro raro non vuol dire caro!

Qual è la storia della libreria Misopogon?

Dopo gli studi, io e un mio amico dell’università decidiamo di trasformare la nostra passione per i libri in lavoro.
Volendo fare le cose un minimo “in sicurezza”, abbiamo rilevato la vecchia edicola della stazione FS di Nettuno (un negozio in muratura), al fine di garantirci un’entrata fissa man mano che allargavamo il catalogo di libri e ci facevamo le ossa (e un nome) come librai. Dopo circa 5 anni la libreria viaggiava da sola ed era il maggior comparto del negozio nentre l’edicola si era trasformata in un peso di cui ci siamo liberati in circa tre anni.
Nel momento di trasferirsi, le nostre strade si sono di fatto divise: io volevo avvicinarmi a Roma il più possibile per sfruttare anche quel bacino di utenza, invece il mio socio che nel frattempo si era sposato, scelse di andare a lavorare nella certamente più renumerativa azienda di famiglia.
Quindi, potendo scegliere in libertà mi sono traferito a Monterotondo sia perchè avendo casa lì vicino non sarei stato costretto a pagare un affitto, sia perchè questo comune, adiacente alla “Borgata Fidene”, è ormai di fatto un quartiere di Roma.
In più il suo centro storico, davvero caratteristico e pieno di “imprese della cultura” era la cornice ideale per il tipo di negozio che avevo in mente e che alla fine ho realizzato.

Il catalogo della Misopogon è il frutto di una ricerca e di una selezione bibliografica continua: quali sono gli strumenti e i canali che vengono utilizzati?

Il catalogo è frutto di un’attenta selezione.
A parte una piccola sezione di romanzi che tengo per i pochi clienti di prossimità, il resto è tutto incentrato sulla saggistica, il fuori catalogo e le edizioni “particolari”.
Questo per due motivi.
Il primo è un banale motivo di spazio.
Non avendo la disponibilità di grandi locali o capannoni, lo spazio è prezioso e va occupato nel migliore dei modi.
Il secondo motivo è che in questo lavoro, se si vuol sopravvivere alla concorrenza di bancarelle, privati e grandi piattaforme-pescecane, ci si deve specializzare, offrire qualcosa che difficilmente si trovi sotto casa o al primo click e soprattutto farsi o mantenersi una buona reputazione che nel nostro campo equivale da sola al 50% del lavoro.
Ogni libro presente in catalogo è frutto di una scelta e di un acquisto ben ponderato.
Nelle librerie dell’usato e antiquarie non esiste il reso, né si sa quanto un libro resterà sugli scaffali, quindi possiamo dire che ogni acquisizione è in sé un investimento che va calibrato con attenzione.
Per questo motivo non sono molto propenso a far venire chiunque in negozio voglia portarmi i suoi libri.
In fondo da che sono a Monterotondo (dalla fine del 2017), solo in due occasioni mi è capitato che mi portassero cose interessanti.
Nel corso degli anni mi sono costruito una rete piuttosto estesa di amici e professionisti (traslocatori, agenti immobiliari e si… anche uno di quelli che a Roma chiamiamo “cassamortari”) che sanno ciò che tratto e quando vedoono una libreria o collezione privata che per un motivo o per l’altro deve essere dismessa, danno il mio contatto ai padroni di casa, raccomandandogli di dire sempre come sono arrivati a me quando mi chiamano.
Dopodiché sono io che mi muovo, vado nelle loro abitazioni, scelgo ciò che mi interessa e faccio un’offerta che i proprietari sono liberi di accettare o declinare.

Esplorate il catalogo della libreria!

Come sta il mercato del libro raro in Italia e chi sono i lettori che lo mantengono vitale?

Domanda impegnativa, specie se dobbiamo classificare il “mercato del libro raro” entro stretti parametri commerciali.
Anzitutto chiariamo che raro non vuol dire affatto caro.
La mia offerta spazia all’interno di una forbice molto ampia che va dai cinque ai mille euro.
L’utenza è quindi per forza di cose molto diversificata.
Si va dal collezionista che acquista un libro non per leggerlo, ma per possedere l’edizione unica di un titolo di cui probabilmente già detiene una copia da battaglia, fino al cultore di una materia che ricerca saggi o edizioni con commenti di qualità ormai fuori mercato (e dobbiamo dire che la grande editoria Italiana di oggi non privilegia la qualità), come ad esempio l’Agakure con il commentario di Mishima che per quel che so ha avuto una sola stampa in italiano.
Per la prima categoria, parlando di libri che hanno sempre un loro costo, il cliente è un benestante che potendo farlo, si sobbarca anche del costo del viaggio per esaminare e ritirare il testo di persona.
In questo caso potrei citare come esempio recente una Bibbia del Martini in edizione Pagnoni per la quale il mio cliente fece, senza battere ciglio, un notevole tragitto dal confine con la Campania.
E in questo caso parliamo in genere di persone, habitués od occasionali, che comunque sono partite da un contatto online.
Ovviamente ci sono le dovute eccezioni.
Per la seconda tipologia parliamo di clienti sinceramente appassionati di alcuni argomenti che per coltivare la loro passione vogliono le migliori edizioni in circolazione e in questo caso si tratta di clienti fisici che amano curiosare tra gli scaffali del negozio, dialogare e lasciarsi guidare anche dai consigli del libraio.
Magari non saranno i più renumerativi, ma devo dire che sono quelli che danno le maggiori soddisfazioni.
Anzi, proprio ta questi rientra un discreto gruppetto di ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni che fanno tappa fissa da me.
Certamente la capacità di spesa di uno studente ventenne è infinitamente inferiore a quella di un qualunque collezionista, ma la capacità di attirare e fidelizzare giovanissimi, educandoli alla lettura, in quella che dal 2019 è stata incoronata ufficialmente come la nazione più ignorante d’Europa è una cosa che scalda il cuore e ti motiva ad andare avanti pur tra mille difficoltà.
Poi dal 2022 si è riattivata, dopo decenni di dormienza, anche la nostra associazione di categoria, la “Pagine Romane”, che riunisce in sé buona parte dei librai dell’usato e antiquari di Roma e provincia e che sotto la guida del suo attuale presidente, il libraio Antonio Conti, è tornata ad organizzare mostre, esposizioni, mercati ed eventi che oltre che un’occasione di vendita, rappresentano una vetrina ed un momento per far conoscere ed evvcinare molti profani interessati al mondo della bibliofilia.

Una libreria come la Misopogon ha la necessità di proporre un catalogo online e di aggiornarlo puntualmente. Quanto contano le vendite online nel bilancio della libreria?

Guarda, scherzosamente sono solito dire che potrei mettere sul mio biglietto da visita lo slogan “i miei clienti cominciano dall’arco di San Rocco”, che costituisce uno dei confini del centro storico.
Nel senso che parlando della clientela di stretta prossimità, possiamo dire che tranne le dovute, rare eccezioni questa è stata piuttosto tiepida nell’accogliere la novità costituita dalla mia libreria.
Normalmente i clienti vengono soprattutto da Monterotondo Scalo, da Mentana, da Roma, ho anche una nutrità comunità di clienti fisici che viene da Morlupo, ma per quel che riguarda il centro storico di Monterotondo la risposta è trascurabile.
All’inizio mi crucciavo molto del fatto di non aver avuto grande riscontro tra gli abitanti del centro. Poi ho capito che forse una certa diffidenza fa parte della mentalità di una piccola cittadina di provincia, che naturalmente ha un tessuto stratificato da anni e la cui fiducia è quindi più difficile da conquistare, perché come spesso accade non è semplice convincere le persone a cambiare (o semplicemente ampliare) le proprie abitudini.
Pertanto partiamo dal dato che normalmente circa il 70% delle mie vendite parte da un contatto online.
Grazie alla “Pagine Romane” e alle attività ed eventi che faccio in negozio sono riuscito a far scendere questa percentuale al 60% o al 50% (dipende dall’attività fisica del periodo), ma purtroppo la vendita online e per corrispondenza continua a rappresentare una quota importante dei miei introiti, senza la quale difficilmente potrei sopravvivere.
Dico purtroppo perché come la quasi totalità dei colleghi, faccio questo lavoro per vocazione e amo moltissimo avere un contatto diretto con la clientela.

Astenersi venditori! Leggendo sul sito i messaggi che ammoniscono a non portare in libreria i libri per venderli ho sorriso: ci sono episodi che meritano di essere raccontati?

Tantissimi!
Potrei io stesso scriverci un libro!
Purtroppo il fatto è che c’è poca conoscenza del nostro settore, molti non sanno distinugere il lavoro di un libraio antiquario e dell’usato da quello di un bancarellaro e leggendo “libreria dell’usato” tendono pavlovianamente a interpretare questa strana definizione come “discarica”.
L’esperienza mi ha insegnato che chi ha dei bei libri è molto difficile che te li porti in vita, se non spinto da estrema necessità. Molte persone credono che una libreria dell’usato e antiquaria sia il posto giusto per liberarsi di una gran quantità di robaccia che spesso non vale nemmeno la carta su cui è stampata e magari guadagnarci anche sopra.
Proprio due giorni fa, una signora telefonando in preda a quella che io chiamo “la compulsione della monnezzara” ha avuto un lapsus esordendo con un bel: “buongiorno enciclopedie!”.
Un altro ancora, qualche anno fa, si presentò direttamente con due sacchi della spazzatura, formato condominio, gonfi di testi scolastici degli anni ’60 e ’70, senza nemmeno fare la fatica di trovargli una confezione più rispettosa o almeno commercialmente accattivante.
Ma il mio preferito fu un signore che venne con un trolley pieno di elenchi del telefono degli anni ’80 e di fronte al mio evidente imbarazzo, si giustificò dicendo “mbhè… che nun te piacciono? sò vecchi no?”
Gli episodi sono tantissimi ed in continuo aggiornamento, nonostante i miei dinieghi e gli avvisi sul sito.

CHI NON RIESCE PROPRIO A RESISTERE ALLA COMPULSIONE DI PROVARCI, è PREGATO ALMENO DI FARLO NEGLI ORARI E NEI GIORNI DI APERTURA.

GRAZIE!

Parliamo di social network: i post Facebook della libreria si trovano sulla pagina di comprovendolibri.it ma non vi è un profilo personale o altri account aperti su Instagram o altre reti. Ha intenzione, in futuro, di crearne?

Quello che hai letto è un servizio di comprovendolibri.it, la piattaforma di mediazione sulla quale ho il mio catalogo.
Essendo frequentata solo da persone che sono interessate ai libri è l’unico posto, oltre mio sito, dove reputo utile postare le attività e gli eventi che tengo in libreria.
Poi loro di default ripostano sui loro canali (cosa di cui gli sono grato, sia chiaro).
In generale io non sono molto social, mi piace parlare di libri e francamente non mi ci vedo a barcamenarmi sui social, dove per forza di cose si deve possedere anche una certa capacità di imbonitore e parlare di argomenti che esulino dal contesto dei libri e della cultura, mettendo spesso in piazza la propria vita privata, argomento per altro di cui sono molto geloso.
Uso, se così si può dire, anche Linkedin, ma solo perché come piattaforma quest’ultima è esclusivamente professionale e l’account è collegato al mio sito e non richiede particolare impegno nell’aggiornamento.
Potrei usare youtube o tik tok, ma francamente non saprei da che parte incominciare e mi sentirei davvero in imbarazzo. Senza contare che non so quanto riscontro possano avere dei video che parlino solo ed esclusivamente di libri e bibliofilia.
Per quel che riguarda i social del gruppo META c’è un blocco in più. Le loro politiche aziendali sono davvero troppo lontane dai miei valori e dal mio senso dell’etica.
Quindi preferisco non servirmene e dormire tranquillo la notte.

La prima presentazione dell’anno è dedicata all’uscita del nono numero della rivista Tribal Cabaret. Quali sono, generalmente, le iniziative che si svolgono in libreria e quali sono quelle che riscuotono maggior successo?

Il primo fattore di scelta è, come per la cernita del catalogo, il mio gusto personale.
La presentazione di “Tribal Cabaret” si lega alla mia passione per un certo tipo di musica e al gusto vintage e nostalgico per quelle pionieristiche pubblicazioni che fu il fenomeno delle fanzine.
Al che dobbiamo aggiungere che su questa testata, dalla veste grafica volutamente rétro, scrivono però i maggiori conoscitori di quella che una volta si chiamava nel suo complesso “musica alternativa” e questo perché, al di là del mio gusto, un occhio deve essere sempre attento ad offrire proposte di qualità.
In più si lega alle serate di ascolto guidato su vinile a cura di Aldone Santarelli e Maurizio Gamba che da dicembre ho ricominciato (mi auguro regolarmente) a tenere in libreria. E quindi considero la presentazione come argomento di interesse non solo per me, ma anche per una fetta di pubblico che già frequenta la Misopogon per gli stessi argomenti.
Empiricamente ho scoperto che fare una gran quantità di cose, tanto per fare numero, non badando molto né al tema, né alla qualità, oltre a non darmi soddisfazioni dal punto di vista culturale, non portava nemmeno gente interessata alle mie proposte e quindi potenziali nuovi clienti.
Da molti anni ho imparato a selezionare gli eventi in primis in base al mio gusto, pensando che se non interessano me, difficilmente potranno interessare la mia utenza.
In secondo luogo, in base alla qualità. Le attività di una libreria sono un pò lo specchio di quello che si muove all’interno di essa. La loro qualità, la ricercatezza e l’amore che c’è dietro, rispecchiano il livello generale della sua offerta, anche relativamente al suo catalogo.
Questa scelta si è dimostrata pagante in tutti i termini, anche economici.
Le persone vengono, si incuriosiscono, imparano a darmi fiducia e comprano. Quasi tutte, ahimé, prevalentemente non provenienti dal centro storico. Ma anche così chiaramente per me si tratta di un successo.
Come nota personale, mi diverto molto di più ad impegnarmi per organizzare ed ospitare una serie di attività che mi piacciono e servono a promuovere un tipo di idea di cultura in cui credo profondamente.
D’altronde come dico a cappello di ogni evento: “Come sempre la partecipazione è gratuita, come sempre è gradito l’acquisto di un libro”.

Quali sono i saggi che non dovrebbero mancare nelle case degli italiani?

Sono tantissimi!
Sicuramente Declino e caduta dell’impero romano di Edward Gibbons, perché è quantomai attuale, putroppo al momento non in catalogo perché venduto. Il libro rosso di Jung di cui possediamo una rara copia nell’edizione illustrata liber novus, perchè è un’opera unica nel suo genere che fonde insieme psicologia, antropologia, esoterismo in un libro che è già un’opera d’arte come oggetto. Il contratto sociale di Rousseau e i Quaderni dal carcere di Gramsci, perchè ci farebbero capire le ragioni di moltissimi problemi d’oggi. Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco perché dobbiamo riscoprire le arti della ricerca, della scrittura nella nostra bellissima lingua, ma questi sono solo alcuni dei libri per me importanti in una biblioteca.

Qual è la rarità bibliografica che ha fatto più sensazione alla Misopogon?

Anche qui sono tantissime.
Credo che a livello economico la palma vada divisa tra “Vita da uomo” , prima edizione italiana de “Il giovane Holden” di Salinger e una copia ad personam de “La vita nova” di Dante in prima edizione della Società Dantesca Italiana, realizzata appositamente per il socio Paride Chistoni.
Dal punto di vista della vanità invece ci sono “Il sigillo mondiale” di Quattrucci, per averci fatto guadagnare la nostra prima recensione sul sito “Il cacciatore di libri”.

Quale messaggio vuole condividere con i librai e le libraie d’Italia?

Dalla caduta dell’impero Romano, alla pandemia del 2020 abbiamo resistito a tutto.
Continuiamo a resistere perché sicuramente non diventeremo mai ricchi, ma siamo i custodi e i diffusori del sapere.
Noi siamo il manto di neve che custodisce i semi destinati a fiorire dopo ogni inverno.
Finché ci siamo noi, ci sarà speranza.

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Il Lettore Forte

Anche i lettori forti a volte guardano le figure. Perlustro cataloghi digitali. Consiglio libri alle biblioteche. https://twitter.com/Librimmagine